19 Giugno 2015
Ho trascorso due piacevoli giornate all’Expo (dalle 10.00 alle 19.00 circa), in cui le ore sembravano trascorrere così velocemente da non crederci. A parte le condizioni climatiche, un sole cocente la prima volta ed il diluvio universale la seconda, non ho riscontrato aspetti negativi. A me l’Expo è davvero piaciuto tanto. Non voglio annoiarvi con aspetti nozionistici sul sito espositivo che tanto il web ne è già colmo. Se decidete di andare ricordate queste semplici cose:
Ok, ora siete pronti e buon divertimento!
Ah, volete sapere cos’ho visto e cosa mi è piaciuto di più vero?! Eccovi accontentati in ordine di preferenza.
Giappone: il suo padiglione è costruito interamente in legno. I 40 minuti di fila più 50 minuti di visita valgono decisamente la pena. Delle numerose sale ciò che mi ha colpito maggiormente è: la rappresentazione delle 4 stagioni in un modo assolutamente spettacolare; la possibilità (scaricando sullo smartphone l’APP padiglione Giappone) di trasferire contenuti della cucina giapponese dalla loro magnifica installazione high-tech al proprio telefono, attivando la funzione NFC; infine il “ristorante del futuro” dove tra show favolosi e simpatici si può fare una finta ordinazione seduti davanti a tavolini dotati di schermi interattivi e bacchette. Ho scoperto che la cucina giapponese non è solo sushi, sashimi &co ma molto varia e gustosa.
Kazakistan: una favolosa esperienza multisensoriale conduce dal passato al presente nel Paese kazako. Fantastica la possibilità di sentire il profumo dei tulipani selvatici del Kazakistan, vedere una vasca piena di storioni dal quale si produce il pregiatissimo caviale e fiore all’occhiello del padiglione una proiezione 3d nell’enorme cupola centrale che conduce all’interno del paesaggio kazako, specialmente ad Astana, la capitale nella quale si svolgerà Expo 2017. Ho imparato che è un Paese con una grandissima biodiversità e una terra di opportunità.
Corea: attraverso la loro potente e sorprendente tecnologia si viene condotti ad una grande sensibilizzazione alimentare. Il design del padiglione si ispira ai ceramisti e si sviluppa su due piani, quello superiore dedicato allo spazio espositivo e quello inferiore agli eventi, il ristorante tradizionale e una boutique. Ho imparato che il cibo non è solo ciò che costituisce il nostro corpo ma anche espressione della nostra identità: che cosa, come e con chi mangiamo sono identificativi di chi siamo. Ho scoperto che per loro è importante il processo di fermentazione del cibo (soprattutto verdure) che ne aumenterebbe le proprietà nutritive.
Qatar: bellissima l’architettura sia interna che esterna del padiglione. All’ingresso ci accoglie un'hostess davanti ad un enorme tavolo con i piatti tipici del Paese ed i prodotti che è costretto ad importare, essendo un Paese desertico il loro approvvigionamento si è affidato principalmente alle importazioni. Fantastica la rievocazione, tramite piccole stanzette una accanto all’altra, delle loro arti e mestieri.
Azerbaijan: le tre biosfere che caratterizzano il padiglione sono la metafora di un Paese capace di armonizzare e tutelare il proprio ambiente e la propria cultura. Divertenti e bellissimi i numerosi fiori che riproducono i suoni della natura. Grazie a questo bellissimo padiglione ho scoperto che l’Azerbaijan è uno dei luoghi abitati più antichi del Pianeta.
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Padiglione Zero: all’interno vengono proposti i principali filoni aperti dal tema dell’Esposizione universale 2015. La visita del padiglione zero fa nascere quesiti che aprono la strada a una nuova curiosità da parte dei visitatori. È molto bello e scenografico, la visita al sito espositivo dovrebbe partire proprio da questo padiglione.
Angola: il padiglione rappresenta un vero e proprio viaggio alla scoperta del cibo angolano. Ingegnoso l’albero stilizzato, posto al centro del padiglione, che trasmette interviste di donne angolane. Ho scoperto ricette culinarie davvero interessanti.
Emirati Arabi Uniti: l’architettura del padiglione è ispirata all’ondulazione delle dune. All’interno uno stupefacente ambiente multimediale, con enormi schermi, narra la vita di un Paese dinamico e di una risorsa fondamentale: l’acqua.
Svizzera: importantissimo il messaggio che vuole lanciare questo padiglione: ce n’è per tutti? Di risorse alimentari per la popolazione mondiale s’intende. Il padiglione è costituito da 4 torri colme di generi alimentari locali (sale, acqua, mele, caffè) dai quali si può liberamente attingere. Ma c’è un limite, le torri non vengono rifornite ed eccedere significa privare altri visitatori delle stesse possibilità. Ciò è successo dopo soli 16 giorni dall’apertura, il piano è stato completamente svuotato in ben 2 torri: mele e acqua. Di fronte a tutto questo è impossibile non porsi domande e formulare riflessioni devastanti.
Kuwait: il Paese affronta temi della sicurezza e della qualità alimentari, dell’agricoltura e della biodiversità. Bellissima la riproduzione delle sue tradizionali case del caffè.
Thailandia: il padiglione è suddiviso in tre sezioni, una dedicata alla terra fertile, una alla capacità produttiva e una ai Royal Initiative Projects, ospitate in sale altamente high-tech per la proiezione. Un passerella poi permette di ammirare una risaia e un mercato galleggiante.
Malaysia: il padiglione è formato da tre semi. All’interno vengono mostrati un paio di video che secondo il mio punto di vista sono bellissimi ma fuori tema, sembra esclusivamente una promozione turistica, ben riuscita, del Paese.
Turkmenistan: molto belli i colori sgargianti che sprigiona questo padiglione, dalle forme curvilinee e splendidi tappeti. Causa pioggia purtroppo non ho potuto vedere il giardino pensile collocato all’ultimo piano dove c’è un bar che offre tè e dolci tipici.
Russia: favolosa l’installazione esterna del padiglione, un’enorme specchio su di una struttura dinamica. Un po’ deludente l’interno che mette in mostra semplicemente i tantissimi prodotti locali.
Santa Sede: data la mia passione per l’arte sono dovuta entrare per vedere la bellissima opera “l’ultima cena” del Tintoretto che sarà concessa in esposizione solo per i primi tre mesi dell’Expo per poi ritornare nella sua sede, la Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia.
Vietnam: esternamente bellissimo, internamente forse inutile per il tema dell’evento.
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